(a) -aio. È usato in molte parole indicanti mestieri: benzinaio, orologiaio, vinaio, ecc.; è legato soprattutto all’espressione di nomi di attività manuali di tipo tradizionale.
(b) -aro. Variante non toscana di -aio, ha lo stesso significato; alcune parole possono essere usate nelle due forme (per es., vaccaio / vaccaro), poche esclusivamente nella forma in -aro (per es., campanaro). Nell’italiano antico il plurale -ari era regolarmente usato per il singolare in -aio (fornaio / fornari). Ha avuto un recente aumento di produttività in seguito alla diffusione di parole di area romana che denotano comportamenti moralmente discutibili: borgataro, bustarellaro, palazzinaro;
(c) -ario. Suffisso di provenienza colta: bibliotecario, impresario;
(d) -aiolo. È poco produttivo per indicare mestieri (barcaiolo, boscaiolo, tombarolo,vignaiolo), ma ha sviluppato una connotazione ironico-spregiativa (borsaiolo, donnaiolo, festaiolo);
(e) -iere. Molti sono i nomi di mestieri di antica attestazione (cavaliere, giardiniere, magazziniere); la produttività è presente in formazioni più recenti, quali conferenziere, petroliere, vacanziere;
(f) -ista. E' il suffisso più produttivo. E' impiegato per la formazione di nomi di tutti i tipi di professioni anche quelle considerate più elevate socialmente (artista, dentista, pianista,rugbista, statista).
(g) -ino. Serve a indicare persone che fanno lavori modesti (attacchino, postino);
(h) -ante. Nomi tratti dal participio presente (es.: cantare / cantante) che hanno favorito la formazione di un suffisso -ante (bracciante, collaborante).
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