La distinzione tra dialettismi e regionalismi è legata alle dinamiche dei rapporti tra lo standard e le diverse realtà regionali e, specialmente, nel caso dei geosinonimi:
*voci di origine regionale in espansione: per es., il settentrionale anguria a spese del toscano e centrale cocomero,
*il meridionale cozze rispetto al toscano mitili
dal romanesco:
dal romanesco:
cravattaro «strozzino», caldarroste, gattara «donna che accudisce i gatti randagi», tintarella «abbronzatura», piccione, rione
dal veneziano: ciao (dal veneziano s-ciao «schiavo», usato fin dal Settecento come forma di saluto, regata
dal napoletano: malocchio e iettatura da Napoli
Una parte considerevole, e in continuo incremento, di dialettismi si registra infatti nell’ambito della gastronomia: gli agnolotti piemontesi, il pesto ligure, il risotto alla milanese, il tiramisù veneto, i tortellini bolognesi, i saltimbocca romani, la pizza e le sfogliatelle napoletane, la cassata siciliana, ecc.
progressiva perdita di centralità della Toscana: il veneziano giocattolo rispetto a balocco, espressioni e modi di dire ormai panitaliani come battere la fiacca (dal Piemonte), farci la birra (da Roma),
dal Centro-Sud voci espressive, spesso originarie degli ambienti della malavita (camorra, omertà, il più recente inciucio).
Una significativa presenza di voci di matrice regionale si individua anche tra le interiezioni (si pensi all’eu! che esprime meraviglia o incredulità, che rivela anche nella fonetica la propria origine settentrionale, o al romano e centrale boh!).
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.